L’INCLUSIONE SUPERA LIMITI E BARRIERE
All’interno della I Edizione del Premio AIF Sicilia “Rosanna Liotta” che si è svolto a Siracusa il 9 novembre 2018, con la presentazione e la premiazione dei progetti primi classificati in materia di Inclusione, ho partecipato come relatore alla tavola rotonda sul tema: “Vetrina delle Eccellenze dei progetti sull'Inclusione: Esperienze, Analisi e Buone pratiche formative siciliane in materia di inclusione”. Brevemente descrivo qui i punti di riflessione del mio intervento.
L’odierna multiformità impone alla scuola un cambiamento: il superamento di modelli didattici e organizzativi uniformi e lineari, destinati ad un alunno medio astratto, in favore di approcci flessibili adeguati ai bisogni formativi speciali dei singoli alunni.
Inclusione è una parola che racchiude in sé molti significati, ma nei dizionari possiamo trovare la seguente definizione: l’atto, il fatto di includere, di inserire, di comprendere in una serie, in un tutto, spesso contrapposto a esclusione.
Inclusione si differenzia da integrazione, termine usato per lo più in passato, che indicava l’inserire in un determinato contesto le persone, ma senza che esse partecipassero alle attività. Queste, infatti, svolgevano attività differenti dal resto del gruppo. Invece, l’inclusione è il concetto a cui si mira da recente; riguarda il fare le cose assieme e dare a tutti la possibilità di partecipare alle attività di quel contesto.
Spesso il concetto di inclusione viene sovrapposto a quello di integrazione, utilizzato come sinonimo, ma l’inclusione non è assimilazione e nemmeno integrazione. L’inclusione non significa accaparramento assimilatorio, né chiusura contro il diverso; ma esprime che i confini della comunità sono aperti a tutti.
I concetti di inclusione e integrazione differiscono, in quanto il concetto integrativo è una specie di valore aggiunto rispetto al lavoro svolto da un servizio all’interno di quella società; mentre l’inclusività consiste in un diritto fondamentale a prescindere dalle condizioni e dalle capacità individuali.
La finalità dell’inclusione sociale è quello di garantire l’inserimento di ciascun individuo all’interno della società senza contare la presenza di elementi limitanti quali possono essere ad esempio, la disabilità, la nazionalità o la povertà.
Quindi l’inclusione si riferisce:
- A tutti gli individui
- Porta al cambiamento del sistema culturale e sociale per favorire la partecipazione attiva e completa di tutti gli individui
- Mira all’eliminazione di ogni tipo di discriminazione
- Tende alla costruzione di contesti inclusivi capaci di includere le differenze di tutti.
Per quanto riguarda l’educazione inclusiva all’interno dei contesti scolastici, tende a rendere più ampie le finalità della scuola e la sua modificazione per poter essere utile alle esigenze di ciascun alunno. Questo tipo di educazione porta ad un continuo miglioramento della scuola attraverso l’utilizzo di risorse umane, al fine di poter sostenere la partecipazione all’istruzione di tutti gli allievi all’interno del contesto educativo.
L’educazione inclusiva ha come scopo l’adattamento della scuola stessa alle esigenze educative di ciascun bambino, quindi non solo il bambino deve adattarsi alla scuola, ma una scuola a misura di alunno, in cui sviluppa persone in grado di includere e di sentirsi incluse.
L’educazione inclusiva è intesa come il processo volto a garantire il diritto all’educazione per tutti a prescindere dalle diversità di ciascuno che possono derivare da condizioni di disabilità e/o svantaggio psico-fisico, socio-economico e culturale. Essa supera i confini della scuola e si proietta in ogni contesto, extrascolastico, informale, non formale, racchiudendo in se tutti gli ambienti educativi.
La disciplina che studia i processi dell’educazione e della formazione umana è la pedagogia. La branca della pedagogia che tratta l’inclusione in educazione, in particolare nei confronti della disabilità è la pedagogia speciale, assieme alla didattica speciale.
La pedagogia speciale si occupa di disabilità e gli scopi sono: favorire la formazione globale della personalità dei soggetti con necessità educative particolari e distinguere nel soggetto le componenti legate al deficit, ricercando le condizioni utili a ridurre lo svantaggio, così anche la persona disabile possa prendere parte attiva alla costruzione del proprio progetto di vita ed essere presente nell’ambiente educativo alla pari di ogni singolo alunno.
L’inclusione pedagogica è un approccio complessivo che:
- Guarda alla globalità delle sfere; educativa, sociale e politica
- Prende in considerazione tutti gli alunni
- Considera le diversità come un punto di forza, dove per diversità non si intende solo come disabilità, ma fa riferimento ai bisogni educativi specifici di ognuno, cioè personalizzazione.
- Interviene prima sui contesti cioè l’ambito della didattica e poi sull’individuo.
- Trasforma la risposta specialistica in una risposta ordinaria e per farlo usa il termine di empowerment, il quale mette al centro di tutti i processi decisionali l’individuo stesso e i suoi familiari.
L’inclusione in pedagogia si lega alla didattica inclusiva che si basa sull’apprendimento cooperativo meta-cognitivo ed è caratterizzata da una modalità di gestione democratica della classe, centrata sulla cooperazione, sulla riflessione, sui comportamenti agiti e sull’uguaglianza delle opportunità di successo formativo per tutti.
La didattica inclusiva offre al docente le competenze necessarie per trasformare un’aula, non solo in luogo di istruzione per tutti, ma in un contesto di inclusione per ciascuno. Questo vuol dire che propone delle metodologie e tecniche specifiche di azione specializzata con progettazione di piani che mirano all’individuazione e alla personalizzazione e proferisce una cultura inclusiva.
Oltre a garantire il diritto all’apprendimento di tutti, la scuola dovrebbe offrire opportunità formative per lo sviluppo delle competenze di base di ogni studente, un modo da facilitare il processo di inclusione nel proprio contesto di appartenenza. Gli interventi, dovrebbero essere focalizzati sia sul progetto di vita di ogni singolo studente, sia sul gruppo che si sviluppa a scuola e nell’ambiente sociale di appartenenza di ognuno.
L’obiettivo essenziale di una scuola inclusiva è quello di rendere ciascun alunno protagonista dell’apprendimento qualunque siano le sue capacità, le sue potenzialità e i suoi limiti.
Come realizzare tutto questo? Attraverso l’accoglienza e l’ascolto degli alunni al fine di favorire la loro crescita in un clima relazionale sereno, capace di valorizzare le loro potenzialità attraverso la conoscenza e lo studio di metodologie didattico-pedagogiche efficaci.
Ed è importante sviluppare una rete inter-istituzionale che permetta il confronto e l’integrazione delle diverse prospettive e specificità professionali presenti sul territorio. Gli insegnanti, in collaborazione e condivisione con le famiglie, le agenzie territoriali e i servizi sociali e sanitari, devono garantire una progettazione personalizzata per favorire la realizzazione di positivi percorsi di apprendimento.
Una scuola inclusiva prevede un’organizzazione flessibile, una differenziazione della didattica, un ampliamento dell’offerta formativa nonché un innalzamento della qualità di quest’ultima, creando anche reti tra più scuole. È una scuola dove oltre l’apprendimento cooperativo esiste anche l’insegnamento cooperativo. Nella scuola inclusiva tutti gli insegnanti collaborano e programmano in maniera congiunta verso la stessa direzione.
Infine, è importante il coinvolgimento delle famiglie nel supportare il lavoro degli insegnanti e nel partecipare alle decisioni che riguardano l’organizzazione delle attività educative; questo è un punto molto importante per una corretta inclusione scolastica dell’alunno perché la scuola diviene la continuità tra educazione genitoriale e scolastica. I genitori devono sentirsi parte anche loro della scuola e partecipi della sua vita, devono anche loro stessi includere, attraverso l’educazione dei propri figli, in collaborazione con gli insegnanti.
In conclusione, possiamo affermare che il diritto all’educazione inclusiva e il diritto all’inclusione sociale sono strettamente legati fra loro. Una scuola che opera l’inclusione fa in modo che anche la società stessa diventi inclusiva.