Durante il secondo incontro del percorso “Ritrovare il cammino interiore”, molto attenzione è stata posta sulle modalità per affrontare e superare gli eventi negativi, su quali abilità occorrono sviluppare affinché l’individuo possa uscire dalle avversità rafforzato o cambiato in positivo.
Partendo da una riflessione di William Shed “le barche nel porto sono al sicuro, ma non per questo sono state costruite”; infatti, le barche sono state create per affrontare il mare, con i suoi momenti di quiete e di tempesta. La stessa cosa possiamo dire dell’uomo, egli non è stato creato per sopravvivere alla vita, vivendo all’interno della sua zona di comfort, fatta da abitudine, routine quotidiane, credenze e convinzioni limitanti, ma, di vivere la vita con le sue molteplici sfaccettature. La zona di comfort è un’area fatta da tante gabbie mentali, in cui l’uomo, spesso, inconsapevolmente limita le sue capacità e risorse interiori, e così facendo non sviluppa il suo potenziale, il suo potere personale, giorno dopo giorno diventando prigioniero dei suoi stessi schemi mentali, si costruisce una realtà fatta di illusioni e pregiudizi. La vera vita comincia dove finisce la zona di comfort.
Il padre della psicologia americana, William James, disse: “la più grande scoperta del 19° secolo non è stata fatta nell’ambito delle scienze fisiche, ma è la conoscenza dell’immensa potenza del subconscio ispirato alla fede”. Ogni individuo ha la possibilità di attingere ad un serbatoio eterno di potere che gli può consentire di superare qualsiasi problema che può sorgere.