In una realtà dai continui cambiamenti e da intense sfide, sempre più si richiedono abilità e competenze per far fronte ai repentini mutamenti. Per tale ragioni l’uomo non può più accrescere nel Potere del Saper Apparire, che lo porta, spesso, a negare la sua vera essenza, ma, necessita sviluppare il Potere del Saper Essere, che lo conduce alla conoscenza delle sue risorse interiori ed abilità mentali, che sono molto al di sopra di ciò che un individuo possa pensare.
Oggi sempre più l’uomo è indebolito, incastrato nell’ombra dei flussi emozionali irrisolti, prigioniero degli schemi mentali errati, bloccato da credenze e convinzioni limitanti, schiacciato dai sensi di colpa, dalle paure, frustrazioni e stress.
Lo stato di ipnosi collettiva in cui vive gran parte dell’umanità ha generato sempre più individui deboli, dipendenti, passivi, pessimisti, con un locus of control esterno elevato. Si tratta di soggetti “Down power” al quale va ridato potere, un soggetto che deve essere rafforzato, che va aiutato nell’attivazione e a volte anche nella scoperta stessa delle sue risorse.
L’Empowerment è il processo che conduce al vero potere personale. Esso significa incremento di energia, di vitalità, di responsabilità, di partecipazione, esprime valorizzazione delle risorse interiori, cioè del potenziale delle persone, quindi sviluppo di una cultura orientata al positivo. L’Empowerment è la via che guida l’individuo a diventare protagonista della propria vita, saper essere innovativi e generativi, saper mobilitare il meglio di sé per la propria espressione e crescita. Esso è un potere che ha a che fare con variabili quali la motivazione, la sicurezza di sé, l’energia psichica, la tendenza ad un locus of control interno.
Un individuo con un locus interno molto elevato crede di potere agire un controllo sugli eventi della propria vita, sentendo che i propri sforzi, impegno e capacità possono determinare quanto accade. Di contro la persona che ha un Locus esterno elevato, ha la percezione di non avere alcun controllo sulla propria situazione di vita e ha la credenza che gli eventi siano determinati da forze esterne come la fortuna, la sorte, l’influenza di altre persone.
La mente umana non si limita a reagire all’esperienza esterna ed interna, essa piuttosto opera attivamente sul mondo interno ed esterno per modificarli secondo obiettivi e standard personali che richiedono di essere valutati nella loro efficacia. Sappiamo che la nostra mente e i nostri pensieri hanno il potere di condizionare i nostri stati d’animo e di conseguenza influenzano i nostri comportamenti e le cose che ci accadono.
Sia il Ben-essere che il Mal-essere che caratterizzano le nostre vite sono il risultato di schemi mentali capaci di influenzare le nostre esperienze. Tutti siamo condizionati da modelli di pensiero che danno luogo o a esperienze valide e positive, oppure a esperienze spiacevoli e ingrate.
Ciascun individuo crea la sua vita a livello subconscio. Ciò che blocca l’uomo sono le sue CREDENZE, ossia ciò che ritiene vero o falso, giusto o sbagliato, possibile o irrealizzabile. Esse possono essere definite come il “sistema filtrante personale”, attraverso il quale analizziamo la realtà, giudicandola, agendo, dicendo.
Molto spesso le credenze diventano un meccanismo limitante; esempio: “sono negato per le lingue….”.
Le credenze condizionano fortemente la nostra percezione della realtà. Ciò che è rilevante è l’essere consapevole che ogni cosa è vera o falsa solo perché ci crediamo noi.
Le credenze sono prodotte dall’interazione di azioni ed eventi del nostro passato.
È importante percorrere la via della consapevolezza e della crescita spirituale per iniziare ad OSSERVARE. Dico sempre ai miei clienti: “Guardati senza nessuna identificazione, senza alcun confronto, senza alcuna condanna, guarda soltanto e noterai che poni fine alle attività inconsce e diventi consapevole delle motivazioni delle tue azioni”. Quando siamo consapevoli vediamo il processo globale del pensiero e dell’azione, ma ciò può accadere solo quando non ci sono condanne. Quando condanniamo qualcosa, non la comprendiamo, è un modo per evitare qualunque tipo di comprensione. Se non condanniamo, ma OSSERVIAMO con cura e siamo consapevoli, il contenuto ed il significato di quell’azione si dischiude. Siamo consapevoli.
In conclusione posso dire che l’Empowerment è un approccio dinamico ed incisivo che utilizza e promuove una comunicazione schietta e diretta, che richiama la responsabilità, all’intraprendenza e al coraggio. Guarda alla persona nella sua interezza, al suo salto di qualità personale e professionale, stimola l’autoconsapevolezza e la riflessione.
Lavorare con e sull’Empowerment significa:
- mobilitare nuova energia e motivazione, entrando in contatto con la parte di sé che desidera crescere, cambiare e creare, che sa guardare con speranza e fiducia alle proprie opportunità ed a quelle presenti nel contesto;
- sviluppare il sentimento di potere personale valorizzando le risorse sia quelle note e già a disposizione, sia quelle nascoste, alimentando l’espressione piena del proprio potenziale;
- favorire il superamento dei propri limiti; delle proprie paure e senso di inadeguatezza imparando a riconoscerle e comprenderle e così andare oltre;
- innescare l’apertura di nuove possibilità, cioè di nuovi modi di pensare e pensarsi, prima ancora di agire e relazionarsi, al fine di incidere maggiormente nella propria realtà organizzativa.